Le tradizioni del gusto
I celli pieni rappresentano, insieme a “li caviciunitt” e alle “sfogliatelle”, quanto di più buono si possa creare, concatenando tradizioni su tradizioni secolari.
Il loro comune denominatore non si basa su un solo punto o su di un solo ingrediente, ma su tanti altri fattori che risiedono nel cuore e nei ricordi.
La scrucchiata d’uva nera è la regina, l’elemento portante per eccellenza dei dolci sopra elencati; una scrucchiata ottenuta solamente lavorando e cuocendo, per diverse ore, gli acini polposi e succosi dell’uva Montepulciano, fino ad ottenere una confettura densa, corposa e profumata.
E tutto il resto, poi, è storia e amore.
Per la pasta esterna:
1/2 bicchiere di vino bianco (il nostro punto di riferimento è il comune bicchiere di plastica)
poco più di mezzo bicchiere di olio evo
2 cucchiai abbondanti di zucchero
un pizzico di lievito per dolci o di cremor tartaro
farina 00 q. b. (quantità stimata tra i 380 gr e 400gr)
Per la farcia:
1 barattolino di scrucchiata (confettura di uva nera qualità Montepulciano d’Abruzzo)
1 cucchiaio scarso di cacao amaro
la scorza grattugiata di mezzo limone
mandorle tostate e tritate q. b.
zucchero semolato q. b.
Per preparare i nostri celli pieni come prima operazione preparate la pasta esterna: in un pentolino scaldate il vino con l’olio e appena il liquido sarà tiepido, aggiungetevi lo zucchero, mescolate e versate in una ciotola.
A questo punto iniziate ad aggiungere la farina precedentemente setacciata, fino ad ottenere una pasta né troppo dura e né troppo morbida, ma che sia elastica, non appiccicosa e lavorabile.
Avvolgete la pasta esterna nella pellicola e fatela riposare nel frattempo che preparerete la farcia interna.
In una ciotolina versate la scrucchiata di uva nera e aggiungetevi il cucchiaio di cacao amaro setacciato;mescolate, unitevi il limone grattugiato e poi mano a mano le mandorle, di modo che la scrucchiata sia abbastanza densa e corposa (in caso le mandorle non bastassero, potete optare per dei biscotti tritati, al fine di indurire un po’ la farcia).
Riprendete ora la pasta esterna, stendetela con altezza 2mm all’incirca (noi abbiamo utilizzato il matterello ma potete benissimo utilizzare la macchinetta per tirare la sfoglia, in modo da risparmiare tempo e fatica!).
Ritagliate dalla sfoglia tanti cerchi (con un coppapasta oppure con un bicchiere) e poi ponete al centro di ogni cerchio di pasta un cucchaino scarso di farcia.
Richiudete a mo’ di raviolo (sigillando per bene le estremità) e poi prendete le punte del raviolo e unitele a mo’ di tortellino.
Nessuna preoccupazione se quest’ultima operazione non dovesse riuscire!
Potrete benisismo lasciare i celli pieni chiusi a raviolo.
Adagiate i celli pieni su di una placca coperta da carta forno, infornateli a 150-160 gradi forno ventilato, fino a quando i celli pieni saranno dorati alla base e leggermente colorati in superficie!
Nel frattempo versate in un piatto o una ciotolina capiente, dello zucchero semolato.
Estraete la teglia dal forno e appena si saranno leggermente raffreddati, facendo molta attenzione, ponete i celli pieni nel piatto pieno di zucchero, rigirateli in modo da coprirli completamente e allineateli su di un vassoio.