E la tradizione continua
La pizza scima nasce come piatto povero abruzzese, come una sostituzione del pane che, ai tempi dei nonni, non tutti avevano il privilegio di poter gustare.
E così, con pochissimi ingredienti, la pizza scima poteva sopperire a questa mancanza.
Una forma arrotondata, un profumo inebriante che arrivava direttamente da sotto il coppo, tipico strumento di cottura che permetteva di cucinare i cibi sul camino, direttamente a contatto con la pietra calda e bollente, resa tale dai tizzoni ardenti.
E una volta pronta, la pizza scima si spezzava con le mani, come simbolo di convivialità, pronta per essere condivisa da tutti, pronta ad accompagnare un buon piatto povero ma ricco di tutto il resto.
500 gr di farina 0
un pizzico di sale
1 bicchiere di olio evo
1 bicchiere di vino bianco
Per preparare la pizza scima come prima cosa setacciate la farina di una spianatoia.
Fate un buco al centro e versatevi il sale, l’olio evo e il vino bianco.
Iniziate ad impastare e, se l’impasto dovesse risultare troppo duro, potete aggiungere un goccio di vino bianco oppure dell’acqua fredda.
Date all’impasto la forma di un panetto e lasciatelo riposare per una mezza oretta, coperto da un canovaccio o da una ciotola.
Trascorso questo tempo riprendete il panetto e con un mattarello assottigliatelo dell’altezza che desiderate.
A noi piace guastare la pizza scima con un interno più compatto, quindi la sfiniamo con altezza 2 cm all’incirca, in modo da poterla poi farcire nel mezzo.
Posizionatela su di una teglia coperta da carta forno e incidetela con delle linee parallele e trasversali, come da tradizione.
Infornate la pizza scima a 170 gradi per 40/45 minuti circa, fino a quando non sarà dorata.
Servite la pizza scima tiepida o fredda, spezzata con le mani, farcita con salumi oppure da accompagnare con peperoni arrosto o ad una misticanza di campagna.
Ilaria&Serena